di Alessandra Schofield
Le parole dell’economia La Borsa Cosa significa quando sale e scendeIn questi giorni sentiamo continuamente parlare con preoccupazione della borsa e dei suoi andamenti. I dazi imposti da Donald Trump hanno fatto crollare le borse globali. In altre parole, gli Stati Uniti hanno introdotto tariffe fino al 50% su merci cinesi ed europee, scatenando timori di una guerra commerciale globale, con meno scambi internazionali, aumento dei costi e rallentamento della crescita. La Cina ha risposto con dazi propri, e le borse asiatiche hanno perso fino al 13%, con l’indice di Hong Kong ai minimi dal 1997. Le borse europee sono crollate: Milano ha perso oltre il 6%, Francoforte il 5,68%, Parigi il 5,56%, e anche Wall Street ha registrato forti perdite. Ma qual è il significato di queste definizioni e di questi numeri? Perché le borse sono connesse a livello globale e reagiscano immediatamente a eventi politici ed economici?
Partiamo dall’inizio. La borsa, in senso finanziario, è il “luogo” dove si comprano e si vendono azioni e altri strumenti finanziari, come le obbligazioni (prestiti remunerati a Enti pubblici o privati), o materie prime (oro, petrolio etc.). Le azioni sono, in un certo senso, “pezzi” di aziende. Una grande azienda può decidere di vendere una parte di sé sotto forma di azioni. Ogni azione rappresenta quindi una piccola parte di proprietà dell’azienda, e chi compra le azioni diventa azionista, cioè proprietario di una piccola parte dell’azienda. Per dire, se un’azienda vale un milione di euro e decide di dividersi in un milione di azioni, ogni azione varrà un euro. Se qualcuno ne compra 100, possiede lo 0,01% dell’azienda.
Chi compra azioni spera che il loro valore salga, così da poterle rivendere a un prezzo più alto. Se si compra un’azione a 10 euro e poi la si rivende a 15 euro, si guadagnano 5 euro. Queste operazioni si fanno, appunto, in borsa. Inoltre, alcune aziende distribuiscono ogni anno una parte dei loro profitti agli azionisti, sotto forma di dividendi.
Nel mondo esistono molte borse. La Borsa Italiana ha sede a Milano, e vi sono quotate società italiane come ENI, Intesa Sanpaolo, Ferrari, etc. Tra le borse estere che sentiamo menzionare più spesso troviamo il New York Stock Exchange (NYSE) e il NASDAQ negli Stati Uniti, la London Stock Exchange a Londra, la Tokyo Stock Exchange in Giappone, la Deutsche Börse a Francoforte, Euronext Paris, e molte altre. Ogni borsa scambia principalmente le azioni delle aziende del proprio Paese, ma anche di multinazionali. Ogni borsa ha degli indici di riferimento. Un indice è un “paniere” (altra definizione che probabilmente abbiamo sentito spesso) che raccoglie un certo numero di aziende rappresentative e misura quanto valgono nel complesso, facendo una sorta di media ponderata. Gli indici principali sono, per esempio: il FTSE MIB per l’Italia, il Dow Jones e il NASDAQ per gli Stati Uniti, il DAX per la Germania, il CAC 40 per la Francia. Esistono anche indici settoriali (ad esempio solo banche, solo tecnologia) e indici globali (come l’MSCI World, che misura le performance delle principali aziende del mondo).
Quando si dice che le borse “salgono” o “scendono”, significa che i prezzi delle azioni, in media, stanno aumentando o diminuendo, come tendenza generale. Se molte azioni salgono di prezzo, l’indice sale e perciò si dice che la borsa sale. Se molte azioni scendono, la borsa scende.
Le borse reagiscono rapidamente a notizie economiche, politiche o sociali. Se si pensa che le aziende faranno più profitti in futuro, gli investitori comprano e i prezzi salgono. In caso di timori, gli investitori vendono e i prezzi scendono. Fra le cause che possono far salire la borsa ci sono notizie economiche positive (PIL in crescita, disoccupazione in calo), politiche monetarie espansive (tassi d’interesse bassi, acquisto di titoli da parte delle banche centrali), stabilità politica e fiducia diffusa. Fanno invece scendere la borsa crisi economiche, conflitti internazionali, inflazione elevata, aumento dei tassi d’interesse, fallimenti aziendali, o anche eventi improvvisi come una pandemia.
Quando si sente dire che “la borsa ha bruciato 300 miliardi in una giornata”, non significa che quei soldi siano spariti nel nulla o che siano usciti fisicamente dal sistema. Vuol dire che il valore complessivo delle azioni quotate è sceso di quella cifra. Se ieri tutte le azioni valevano in totale 1.000 miliardi e oggi valgono 700, si dice che si sono “bruciati” 300 miliardi. È una “perdita teorica” per chi possiede quei titoli, che diviene reale solo che il proprietario decide di venderli.
Questo è esattamente ciò che sta avvenendo in questi giorni. Nel lungo periodo, le oscillazioni della borsa possono però influenzare l’economia generale in termini di lavoro, costo del denaro e stabilità. Dopo un crollo, la borsa può riprendersi e questo di solito passa per tre fasi: prima si stabilizza, poi rimbalza (cioè sale leggermente), infine, a fronte di segnali positivi, si avvia una vera ripresa.
