• Settembre 24, 2025
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di Alessandra Schofield

Bullismo e cyberbullismo in preoccupante crescita in Italia e in Europa tra bambini adolescenti e ragazzi L’indagine ISTAT e i dati UE. Secondo quanto riferisce l’ISTAT in un’indagine pubblicata lo scorso giugno, nel 2023 quasi 7 ragazzi su 10, di età compresa tra gli 11 e i 19 anni, hanno dichiarato di aver subìto, nel corso dell’anno, almeno un comportamento offensivo, violento o non rispettoso, sia online che offline. La quota si attesta al 68,5%, segnalando quanto diffuso sia il fenomeno. 

Il Report si intitola “Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri, 2023” ed è stata condotta dall’Istituto su un campione di 39.214 adolescenti, rappresentativo di oltre cinque milioni di giovani residenti in Italia.

Ne emerge che bullismo e cyberbullismo sono tutt’altro che episodi isolati: oltre 1 su 5 (il 21%) riferisce di essere stato vittima di simili atti in maniera continuativa, cioè più volte al mese, e quasi l’8% addirittura con frequenza settimanale. La fascia d’età più vulnerabile risulta quella degli 11-13 anni, dove la percentuale di chi subisce ripetutamente atti di bullismo raggiunge il 23,7%, a fronte del 19,8% tra i ragazzi più grandi.
Le differenze territoriali evidenziano una maggiore incidenza del fenomeno nelle regioni settentrionali. Nel Nord-Ovest, infatti, il 71% degli adolescenti dichiara di aver subìto almeno un episodio, contro il 66,5% del Mezzogiorno. Se si considerano gli atti con carattere di ripetitività, le percentuali restano elevate in tutte le aree: 22,1% nel Nord-Est, 21,6% nel Nord-Ovest, 21% al Centro e poco meno del 20% nel Mezzogiorno.
Analizzando le tipologie di bullismo, emergono poi differenze significative. Le offese e gli insulti costituiscono la forma più diffusa, con oltre la metà dei ragazzi, pari al 55,7%, che dichiara di averli subìti almeno una volta, e con il 14,2% che li sperimenta più volte al mese. Seguono l’esclusione e l’emarginazione, che coinvolgono il 43% almeno una volta e oltre un decimo con frequenza continuativa. La diffamazione e la messa in ridicolo sono segnalate dal 23,5% dei giovani, e il 4,6% le subisce in modo ripetuto. Le minacce e le aggressioni fisiche, pur meno diffuse, interessano comunque l’11% almeno una volta e l’1,4% in maniera continuativa. 

Sul piano delle differenze di genere, i maschi risultano più colpiti da offese e aggressioni fisiche, mentre le femmine sperimentano più frequentemente esclusione ed emarginazione.
Un aspetto particolarmente importante del fenomeno è rappresentato dal cyberbullismo. Un terzo degli adolescenti, il 34%, dichiara di aver subìto atti offensivi online almeno una volta, mentre quasi l’8% ne è vittima più volte al mese. Anche in questo caso si osserva una prevalenza maggiore tra i maschi, colpiti nell’8,9% dei casi, rispetto alle femmine, che si fermano al 6,6%. È significativo che il 30,1% dei ragazzi subisca sia bullismo online sia offline, mentre solo il 3,8% si limita alla dimensione esclusivamente digitale. Nelle offese veicolate attraverso la rete emerge una netta prevalenza di vittime maschili, con un divario di sette punti percentuali rispetto alle coetanee.
La condizione di cittadinanza rappresenta un ulteriore elemento discriminante. Tra i ragazzi stranieri la quota di chi subisce comportamenti offensivi, violenti o emarginanti con frequenza mensile o maggiore sale al 26,8%, contro il 20,4% degli italiani. Alcune collettività risultano particolarmente colpite: i rumeni raggiungono il 29,2%, gli ucraini il 27,8%, i cinesi il 25%, mentre albanesi e marocchini superano il 22%. Anche nel cyberbullismo gli stranieri riportano valori più alti: il 39,8% dichiara di averne subìto almeno un episodio, rispetto al 33,3% degli italiani. Tra le comunità più esposte figurano ancora una volta gli ucraini, con un 44,5%, e i cinesi e rumeni, entrambi al 42,8%. In particolare, tra i ragazzi stranieri si osserva una maggiore esposizione maschile, con punte che raggiungono il 47,8% tra i giovani ucraini.
Mal comune non è mai mezzo gaudio, anzi. In questo caso, il fenomeno è diffuso e in crescita in tutta Europa. Secondo lo studio HBSC dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, relativo al periodo 2018-2022, circa un adolescente su sei in Europa, pari a una quota del 15-16%, dichiara di essere stato vittima di cyberbullismo. Le differenze di genere risultano contenute: il 15% dei maschi e il 16% delle femmine riferisce di aver subìto episodi online. Anche il ruolo di autore non è marginale: circa il 12% degli adolescenti ammette – e questo è interessante – di aver praticato atti di cyberbullismo, con un aumento rispetto agli anni precedenti, soprattutto tra i ragazzi, passati dall’11% al 14%, e tra le ragazze, dal 7% al 9%.
Un quadro analogo emerge dal sondaggio EU Kids Online, che stima in circa uno su dieci i bambini e ragazzi che ogni mese si trovano a essere vittime di bullismo digitale. Particolarmente rilevante è la crescita delle esperienze negative nei più piccoli, tra i 9 e i 10 anni, che segnalano un’esposizione crescente ai rischi connessi alla rete. Un’analisi del Parlamento Europeo conferma inoltre che, nello stesso periodo, la percentuale di adolescenti vittime di cyberbullismo è passata dal 12% al 15% tra i maschi e dal 13% al 16% tra le femmine.
Le indagini comparative condotte a livello europeo rivelano forti differenze tra i Paesi. La letteratura scientifica segnala come la quota di adolescenti che subiscono cyberbullismo possa oscillare dal 2,8% fino a circa il 30%, a seconda del contesto e della metodologia di rilevazione. In generale, il bullismo tradizionale continua a coinvolgere circa un quarto o un terzo degli studenti, mentre il cyberbullismo, pur con percentuali mediamente più basse, mostra una tendenza all’aumento costante. Alcuni Paesi dell’Europa orientale, come Bulgaria, Ungheria, Polonia e Romania, presentano valori più elevati, mentre livelli relativamente più contenuti si riscontrano in Spagna e in diversi Stati nordici.

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