
di Alessandra Schofield
Economia e finanza sono complementari non sinonimi. Nel parlato quotidiano spesso i termini “economia” e “finanza” vengono usati come sinonimi. Tuttavia si tratta di un errore, e vediamo perché. L’economia e la finanza sono infatti due discipline strettamente connesse, per certi aspetti sovrapponibili, ma diverse in termini di applicazione. Tanto è vero che appartengono alla stessa area universitaria – economia, appunto – ma si studiano in percorsi distinti.
L’economia è una scienza sociale che studia come individui, imprese e governi scelgono di allocare le risorse per soddisfare i bisogni. È una disciplina di carattere teorico e sistemico, che si occupa di produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi, sia a livello microeconomico, cioè analizzando il comportamento di singoli agenti economici come consumatori e imprese, sia a livello macroeconomico, osservando l’andamento complessivo di un sistema, con indicatori come PIL, inflazione o disoccupazione. L’economia si interroga, perciò, su cosa produce un Paese, come si distribuisce la ricchezza e qual è il ruolo dello Stato nell’orientare e regolare i processi economici.
La finanza, invece, è quel comparto dell’economia che si concentra specificamente sulla gestione del denaro. Ha un taglio più pratico e operativo, e si occupa di come i soggetti economici – individui, aziende o istituzioni – raccolgono, investono e spendono le risorse finanziarie. Si differenzia, ad esempio, in finanza personale, aziendale, pubblica e internazionale, e affronta tematiche relative a investimenti, mercati finanziari, gestione del rischio e pianificazione del capitale. Potremmo dire che l’economia si chiede quanto si guadagna e quale sia la convenienza di un’attività, mentre la finanza si preoccupa di come reperire risorse, gestire la liquidità e mantenere l’equilibrio nei flussi di cassa. Sono due aspetti fra loro complementari.
Scendendo su un piano concreto, quando parliamo della gestione economica e della gestione finanziaria di un’azienda, facciamo riferimento alle due prospettive nel governo dell’attività d’impresa. La gestione economica riguarda la redditività, cioè la capacità dell’azienda di produrre profitto attraverso la sua operatività, analizzando ricavi, costi, margini e risultati, e ponendo l’attenzione sull’utile. Valuta la convenienza delle scelte aziendali, che si esprime nel conto economico, il quale mostra se e quanto l’impresa ha guadagnato o perso in un certo periodo.
La gestione finanziaria, invece, guarda alla liquidità e alla solvibilità dell’impresa e si occupa di garantire che ci siano sempre risorse disponibili per sostenere le spese, pagare fornitori e dipendenti, e realizzare investimenti. Analizza le entrate e le uscite, i debiti e i crediti, la struttura del capitale e le fonti di finanziamento e controlla la fattibilità concreta delle operazioni, che si esprime nello stato patrimoniale e nel rendiconto finanziario.
Anche il bilancio stesso di un’azienda può distinguersi in economico e finanziario. Il bilancio economico, identificato principalmente con il conto economico, misura la performance dell’impresa in termini di utili o perdite, registra i ricavi ottenuti e i costi sostenuti nel corso dell’anno, per determinare se l’attività aziendale sia stata redditizia. Il bilancio finanziario, invece, si concentra sulla situazione patrimoniale e di cassa: lo stato patrimoniale mostra le attività e le passività, mentre il rendiconto finanziario illustra come si sono mossi i flussi di denaro. È possibile, quindi, che un’impresa chiuda l’anno con un utile economico ma abbia difficoltà a pagare i fornitori, perché i crediti non sono ancora stati incassati e quindi manca la liquidità. Il bilancio economico mostra quanto si è guadagnato, il bilancio finanziario se si è in grado di pagare e investire. Economia e finanza, quindi, sono entrambe sistemi di controllo del benessere di un’azienda, sotto due punti di vista.