di Alessandra Schofield
Transizione energetica e mercato libero dell’energia dal 2020 a oggi Come vanno le cose. Il Rapporto finale Edison-Censis 2025, di recentissima pubblicazione, rappresenta la conclusione di un percorso di analisi quinquennale (2020 – 2025) sull’evoluzione del rapporto tra società italiana ed energia, che vuole restituire un quadro delle trasformazioni che hanno interessato famiglie e imprese nella percezione, nel consumo e nella gestione dell’energia, con particolare attenzione agli effetti della transizione energetica, alla liberalizzazione del mercato e alla diffusione di una cultura della sostenibilità.
Il Report evidenzia come negli ultimi cinque anni la questione energetica sia divenuta sempre più un elemento significativo e strutturale della vita economica e sociale. Le famiglie hanno maturato una maggiore consapevolezza dei propri consumi e una crescente attenzione al risparmio, maturando inoltre la visione dell’efficienza energetica quale valore di responsabilità personale e collettiva. Le imprese, invece, manifestano preoccupazione per i costi elevati e per l’instabilità dei prezzi, pur riconoscendo l’importanza strategica della sostenibilità ambientale e della riduzione delle emissioni.
Il documento sottolinea come la transizione energetica sia vissuta da molti cittadini come un processo necessario ma complesso, in cui il senso di urgenza si accompagna al bisogno di chiarezza normativa e di strumenti pratici per orientarsi.
L’analisi del primo anno di piena operatività del mercato libero evidenzia un atteggiamento prevalentemente positivo da parte delle famiglie. I consumatori apprezzano la possibilità di scegliere il proprio fornitore e riconoscono un miglioramento nella qualità dei servizi offerti. Il rapporto mette in risalto la centralità della fiducia nel brand e il ruolo dei punti vendita fisici di prossimità, considerati luoghi di riferimento per ricevere assistenza diretta e comprendere le offerte.
Persistono tuttavia alcune difficoltà legate alla comprensione delle bollette e alla presenza di operatori troppo aggressivi (e, fin troppo spesso, assolutamente non trasparenti). Accanto al prezzo, contano sempre di più la chiarezza delle condizioni contrattuali e i servizi aggiuntivi, come il monitoraggio dei consumi o il supporto digitale.
La riduzione dei consumi non è più percepita solo come una misura economica, ma come un’abitudine consolidata. Si è diffusa una forma di sobrietà energetica che valorizza piccoli gesti quotidiani, uniti a un crescente interesse per le tecnologie di efficientamento. Le famiglie dichiarano di voler consumare meno e meglio, mentre le imprese riconoscono che investire in efficienza può contribuire alla competitività, anche se molte restano frenate da costi iniziali elevati e da una percezione di scarsa semplicità nei meccanismi di incentivo.
La transizione ecologica è più efficace quando viene proposta come scelta desiderabile e non come imposizione, e che la semplicità delle procedure resta un fattore decisivo per favorire gli investimenti.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili vengono indicate come una delle innovazioni più rilevanti del periodo. Il tema, inizialmente poco conosciuto, ha guadagnato spazio e attenzione, soprattutto tra i cittadini più giovani e nelle aree urbane. Le CER rappresentano un modello di partecipazione attiva che consente di produrre, condividere e consumare energia in modo locale, superando la logica del semplice utente per assumere quella del prosumer, cioè produttore e consumatore insieme. Nei condomìni, la diffusione di queste esperienze è ancora limitata, ostacolata da difficoltà tecniche, scarsa informazione e lentezze amministrative. È necessario un supporto esperto e un quadro regolatorio più chiaro per trasformare l’interesse potenziale in pratiche concrete.
Nel corso del quinquennio analizzato emerge la formazione di una vera e propria cultura della sostenibilità, che non si esprime soltanto in dichiarazioni di principio, ma in scelte quotidiane, nell’attenzione al comportamento individuale e nella consapevolezza che la transizione energetica richiede equilibrio tra esigenze ambientali, economiche e sociali.
Gli italiani mostrano una mentalità pragmatica: riconoscono l’importanza degli obiettivi ambientali, ma chiedono regole comprensibili, percorsi graduali e incentivi stabili. Le semplificazioni eccessive o i messaggi polarizzanti, secondo l’indagine, non favoriscono la partecipazione collettiva, mentre l’informazione chiara e la formazione risultano determinanti per consolidare comportamenti virtuosi.
Le imprese, di contro, denunciano una situazione di forte pressione dovuta ai costi energetici e alla necessità di adeguarsi ai nuovi standard di sostenibilità. Le aziende riconoscono che un uso più efficiente dell’energia può diventare un vantaggio competitivo, ma la maggioranza si dichiara ancora in difficoltà nell’affrontare investimenti significativi.
Molte imprese segnalano l’esigenza di un quadro normativo più stabile e di strumenti di supporto tecnico e finanziario. Tra le principali barriere emergono la complessità burocratica e la scarsità di tempo e risorse interne da dedicare all’innovazione energetica. Tuttavia, una parte crescente del tessuto produttivo mostra attenzione verso l’autoproduzione da fonti rinnovabili e verso pratiche di gestione più efficienti.
La transizione energetica si trova insomma in una fase di profonda trasformazione del sistema economico italiano. Le imprese riconoscono la necessità di adattarsi, ma chiedono stabilità, semplificazione e supporto. La transizione viene percepita come un percorso obbligato ma anche come un’opportunità per rafforzare la competitività nazionale, a condizione che le politiche pubbliche garantiscano coerenza e tempi realistici di applicazione.
Trasformare la conoscenza in partecipazione, e la sensibilità in azione concreta, attraverso regole semplici, incentivi accessibili e un quadro di fiducia reciproca tra cittadini, imprese e istituzioni, appare dunque essere la chiave per una transizione energetica armoniosa e vantaggiosa per tutto il sistema.
