di Alessandra Schofield
Il “Popolo della Notte” che vuole ballare e divertirsi ma chiede di farlo in sicurezza. Il recentissimo report “Il futuro del Popolo della Notte”, pubblicato da Censis-SILB FIPE, descrive una notte italiana sorprendentemente viva e dinamica, che vede quasi nove italiani su dieci uscire la sera per svago, muovendosi in un universo estremamente variegato di motivazioni, attività e luoghi. La notte diventa così una pausa dalla routine, un modo per migliorare la qualità della vita e ritrovare socialità, cultura e piacere personale. Chi frequenta la vita notturna non sceglie un solo luogo o una sola attività: combina cene, passeggiate nei centri storici, aperitivi, musica, eventi culturali e spesso anche ballo, spostandosi tra ristoranti, piazze, pub, cinema, teatri, locali con musica live e molte altre location.
All’interno di questo grande insieme si collocano due sottogruppi: il “Popolo che Balla”, che rappresenta quasi quattro italiani su dieci, e il “Popolo della Discoteca”, pari a un terzo della popolazione. Chi va a ballare non lo fa più soltanto in discoteca, ma in una pluralità di spazi: stabilimenti balneari, chioschi, festival, bar, piazze e centri sociali. La discoteca è solo una delle opzioni disponibili e non è più il luogo dominante del ballo. Ciò che guida le scelte è soprattutto l’atmosfera: musica, luci, energia, qualità del servizio e possibilità di vivere un’esperienza coinvolgente.
Sebbene la discoteca non sia più l’epicentro assoluto del divertimento giovanile, mantiene nell’immaginario collettivo una forte identità. È ancora percepita come uno spazio immersivo, capace di evocare emozioni e ricordi, con un’atmosfera che combina musica potente, impianti luminosi e orari prolungati. La componente relazionale ha perso centralità, mentre la ricerca di sensazioni, benessere e divertimento spensierato è oggi decisiva.
Gli operatori del settore riconoscono che la concorrenza è aumentata e che la cultura digitale ha trasformato sia i comportamenti sia le aspettative del pubblico. I social sono diventati parte integrante dell’esperienza: influenzano le scelte, definiscono l’immaginario e rendono il “racconto” della serata un elemento imprescindibile del divertimento stesso.
Nel documento la sicurezza viene presentata come una condizione imprescindibile per vivere la notte in modo sereno. Gli Italiani vogliono locali affidabili, regolamentati e strutturati, capaci di garantire standard di protezione elevati. Le percentuali raccolte dal Censis lo dimostrano con estrema chiarezza: il 96,8% ritiene fondamentale la presenza in ogni locale di un referente per la sicurezza in contatto con le forze dell’ordine, il 95,3% chiede regole di comportamento definite e pubblicizzate, il 95,2% considera essenziale una buona illuminazione nelle aree circostanti, il 94,8% vuole la rimozione di bottiglie e bicchieri di vetro durante il servizio e il 94,2% si sente più tranquillo con sistemi di videosorveglianza a ingressi e uscite.
La percezione del rischio è cresciuta, e la serenità di una serata dipende sempre più dalla fiducia nel contesto in cui ci si muove. Tuttavia, gli Italiani non vogliono che i gestori vengano trasformati in “sceriffi”: l’81,1% ritiene che sia lo Stato a dover aiutare i titolari dei locali a rendere gli ambienti più sicuri, mentre il 74,8% sostiene che il compito principale di garantire la sicurezza debba restare alle forze dell’ordine, non ai gestori. La sicurezza efficace, secondo il report, nasce da un modello condiviso che coinvolge istituzioni, operatori, famiglie e comunità.
La preoccupazione dei genitori per la sicurezza dei minori quando escono la sera, emerge prepotentemente. Il 95,8% dei genitori ritiene essenziale la presenza di controlli regolari nelle discoteche, il 92,8% si aspetta misure concrete contro l’abuso di alcol e droghe, e il 91,7% considera i locali abusivi un pericolo serio per i giovani, proprio perché privi di controlli e tutele adeguate. Inoltre, il 90,5% dichiara che si sentirebbe più tranquillo se il proprio figlio frequentasse discoteche che promuovono attivamente la sicurezza. La professionalità del gestore rappresenta un discrimine fondamentale: un locale autorizzato e sorvegliato è percepito come significativamente più sicuro.
La sicurezza non è soltanto un requisito etico, ma anche un elemento competitivo che influisce sulla scelta delle location e amplia la platea dei frequentatori potenziali. Tra coloro che escono per ballare, il 77,2% degli adulti e addirittura il 90,4% degli anziani considera la sicurezza un fattore determinante; anche tra i giovani la percentuale è molto alta, pari al 74,7%. La variabile pesa inoltre più sulle donne (81,3%) che sugli uomini (73,0%).
Il report contrasta poi una narrazione mediatica piuttosto diffusa che tende ad associare alla discoteca qualsiasi episodio di cronaca avvenuto nelle sue vicinanze. Al contrario, i locali possono diventare veri presidi di sicurezza urbana: generano flussi di persone, rivitalizzano aree che altrimenti resterebbero vuote e contribuiscono a contrastare lo spopolamento, che è indicato come uno dei più pericolosi moltiplicatori di insicurezza. Le discoteche, se ben gestite e integrate nel territorio, possono quindi aumentare la vivibilità e la sicurezza complessiva dei quartieri.
La sicurezza è “ineludibile”, perché senza un adeguato livello di protezione non può esistere una reale serenità psicologica per chi vive la notte. Il report insiste sulla necessità di costruire reti tra forze dell’ordine, enti locali, gestori, genitori e terzo settore, promuovendo prevenzione, responsabilità e rispetto del territorio. Favorire un consumo responsabile, curare l’ambiente esterno, gestire correttamente i flussi e creare una cultura del divertimento sano diventano strumenti fondamentali per ridurre l’insorgere di comportamenti antisociali. È in questa direzione che, secondo il documento, si costruisce la sicurezza autentica della notte italiana.
